Bonus madri lavoratrici: a chi spetta e come richiederlo

Finalmente è stato sbloccato il pagamento in busta paga del bonus madri lavoratrici. Con qualche giorno di ritardo è giunta la circolare dell’Inps con tutte le istruzioni sullo sgravio per le madri con almeno due o più figli, che vedranno accreditato in busta paga un contributo fino a 3mila euro, introdotto con la Legge di bilancio 2024.

Lo sblocco del bonus madri lavoratrici 2024 consentirà a tutte le mamme lavoratrici autonome di ottenere uno stipendio più alto da febbraio 2024, che sarà composto dal rateo sgravio di febbraio e dall’arretrato di gennaio per via del ritardo nelle istruzioni operative che sono state pubblicate da poco.

Oltre a prolungare al 2024 il “taglio al cuneo fiscale” per i lavoratori pubblici e privati, la Legge di bilancio prevede per quest’anno l’eliminazione totale dei contributi a carico dei dipendenti in favore delle madri lavoratrici con due, tre o più figli. Scopriamo insieme come funziona il bonus madri lavoratrici, quali requisiti sono necessari, come richiederlo e a chi spetta.

Bonus madri lavoratrici a chi spetta

Il bonus madri lavoratrici che è stato recentemente introdotto dalla Legge di bilancio è un incentivo che viene erogato con lo scopo di sostenere le famiglie. Possono avere diritto a quest’agevolazione tutte le dipendenti del settore pubblico e privato che siano state assunte con contratto indeterminato e a tempo pieno (incluse quelle del settore agricolo, con contratto di apprendistato, socie lavoratrici di cooperative e dipendenti part-time), anche se il datore di lavoro non dovesse essere un’impresa. Vengono, invece, escluse tutte le lavoratrici che possiedono un contratto di lavoro domestico.

Per poter ottenere l’esonero contributivo è necessario avere almeno tre figli nel triennio 2024-2026. Per il 2024 si applica anche in presenza di due figli. Lo sconto si applica non solo ai nuovi nati ma anche ai figli adottivi o in affidamento.

Bonus mamme lavoratrici come funziona

Il diritto all’agevolazione non viene perso nel caso in cui, pur avendo i requisiti necessari, un figlio dovesse uscire dal nucleo familiare. Si tratta di una precisazione contenuta all’interno della circolare INPS. Il requisito matura nel momento della nascita del terzo figlio e come spiega l’Inps a quel punto si “cristallizza”. Pertanto l’esonero resta invariato anche nei casi di premorienza dei figli o di fuoriuscita dal nucleo familiare, nelle ipotesi di non convivenza o di affidamento in via esclusiva al padre. Lo stesso discorso è valido solo per il 2024, per tutte le mamme con almeno due figli.

Bonus mamme lavoratrici 2024 Inps: quando si applica e quanto dura l’esonero

L’esonero contributivo a carico delle mamme lavoratrici verrà applicato automaticamente:

  • – Per il 2024: ai fino ai 10 anni del figlio più piccolo, per le madri con due figli;
  • – Per il 2024-2026: fino ai 18 anni del figlio più piccolo, per le madri con tre o più figli.

Per questo periodo di tempo le lavoratrici madri che sono interessate dall’agevolazione troveranno un netto più alto in busta paga. Se il rapporto di lavoro dipendente interviene dopo la nascita del secondo o terzo figlio, l’agevolazione si applica dal primo mese di assunzione.

Bonus mamme lavoratrici come richiederlo

Vediamo come richiedere il bonus madri lavoratrici, che può far salire lo stipendio fino a 250 euro in più al mese nello stipendio. Le dipendenti a tempo indeterminato possono comunicare al proprio datore di lavoro di voler richiedere il bonus, specificando il numero dei figli e i codici fiscali di ciascun figlio. Sarà successivamente il datore di lavoro ad attivare la procedura, esponendo i dati ricevuti nelle denunce retributive.

In alternativa, anche la lavoratrice può comunicare direttamente all’Inps le informazioni relative ai codici fiscali dei figli utilizzando un apposito applicativo che la lavoratrice può compilare inserendo i codici fiscali dei figli.

Bonus mamme lavoratrici inps: gli importi

Lo sgravio riconosciuto in busta paga alle mamme lavoratrici è pari al 100% della contribuzione previdenziale a carico della lavoratrice, nel limite massimo di 3 mila euro annui, da ripartire e applicare su base mensile. Suddivisi su base mensile alla lavoratrice spetterà quindi un esonero pari a 250 euro. Come viene specificato dall’Inps, per i rapporti di lavoro instaurati o risolti nel corso del mese, questa soglia deve essere riproporzionata facendo riferimento alla misura di 8,06 euro (€ 250/31) per ogni giorno di fruizione dell’esonero contributivo.

Essendo arrivata in ritardo la circolare Inps, le somme a titolo di sgravio totale verranno riconosciute sullo stipendio a partire dal mese corrente febbraio 2024. Chi però possiede i requisiti validi da gennaio, vedrà accreditato anche questo mese arretrato.

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