Detrazioni figli a carico non conviventi: come funziona?

Nel contesto fiscale italiano, le detrazioni figli a carico rappresentano un tema di grande rilevanza per numerosi nuclei familiari. Questo articolo esplora le normative applicabili ai figli non conviventi, fornendo un quadro chiaro e dettagliato per aiutare i genitori a muoversi tra le opzioni disponibili. Esamineremo come funzionano queste detrazioni, quando un figlio smette di essere considerato a carico, l’importo delle detrazioni disponibili e le altre agevolazioni fiscali legate ai figli a carico.

Come funzionano le detrazioni figli a carico

Le detrazioni figli a carico sono agevolazioni fiscali che permettono ai genitori di ridurre l’imposta sul reddito in funzione dei figli non autosufficienti economicamente, che dipendono quindi dai genitori per il sostentamento. La condizione di “non convivenza” non esclude automaticamente la possibilità di usufruire di queste detrazioni.

Infatti, se un figlio risiede in un’altra abitazione per motivi di studio, lavoro o per altre ragioni legittime, può comunque essere considerato a carico, a patto che i genitori contribuiscano in modo sostanziale al suo mantenimento.

Va ricordato, inoltre, che le detrazioni figli a carico spettano in egual misura pari al 50% per ciascun genitore, non possono essere suddivise in quote diverse, ma è possibile che ad avvalersi delle quote sia un solo genitore, quello che abbia un reddito complessivo più alto. In caso di genitori separati, se l’affidamento è congiunto, i genitori possono usufruire della detrazione del 50%.

Nel caso in cui, però, uno dei due genitori non dovesse avere un reddito sufficiente per potersi fare carico delle detrazioni, queste possono essere addebitate all’altro genitore che deve liquidare entrambe le quote. L‘articolo 12 del Tiur rende uguali i diritti dei figli legittimi, naturali riconosciuti, adottivi e affidati.

Quando un figlio smette di essere a carico?

Un figlio smette di essere considerato a carico quando supera i limiti di età previsti dalla legge o quando i suoi redditi superano il limite massimo stabilito annualmente dalla normativa fiscale. La soglia di reddito che un figlio può percepire senza perdere lo status di “a carico” viene aggiornata periodicamente e può variare in base a specifici criteri, come l’età del figlio e particolari condizioni di salute o disabilità.

Non sono più a carico i figli di età inferiore a 24 anni che possiedo un reddito superiore a 4mila euro. Per i figli che hanno un’età maggiore di 24 anni, il limite è inferiore e non sono più considerati a carico nel caso in cui abbiano un reddito superiore a 2.840,51 € al lordo delle spese che possono essere portate in deduzione, che di conseguenza riducono il reddito imponibile.

Il limite reddituale deve, quindi, essere considerato senza prima togliere le deduzioni. Il carico fiscale deve essere riconducibile al 2023. Se un figlio nel 2024 non risulta più a carico dei genitori, me lo era nell’anno precedente, nel 730/2024 (che fa riferimento all’anno di imposta 2023) deve essere indicato come fiscalmente a carico.

I figli che rientrano in queste categorie possono essere a carico anche se non sono conviventi con i genitori, indipendentemente dalla loro età. Per tutti i figli che superano questi limiti non spetta, invece, la detrazione anche se convivono con i propri genitori.

Quanto spetta di detrazione?

L’importo della detrazione figli a carico varia a seconda dell’età del figlio e di altre variabili, come il numero dei figli a carico e l’eventuale presenza di disabilità. Per l’anno fiscale in corso, per esempio, il valore della detrazione può aumentare significativamente con il diminuire dell’età del figlio. È fondamentale consultare le tabelle aggiornate pubblicate annualmente dall’Agenzia delle Entrate per conoscere l’esatto ammontare spettante.

L’articolo 12 del Tuir ha subito delle modifiche con l’introduzione dell’assegno unico e alcune delle detrazioni previste fino allo scorso anno per l’anno di imposta 2022 sono state abolite. Restano, invece, in vigore le detrazioni pari a 950 € per ogni figlio. Queste detrazioni spettano in virtù del reddito che si possiede. In particolare, l’articolo 12 del Tiur stabilisce che le detrazioni spettano per la parte corrispondente a 95mila euro di reddito diminuito del reddito complessivo maturato in rapporto alla cifra di 95mila euro. In presenza di più figli, l’importo di 95mila euro viene aumentato di 15mila euro.

Le altre detrazioni per figli a carico

Oltre alle detrazioni standard per i figli a carico, esistono ulteriori agevolazioni fiscali che possono essere applicate in determinate circostanze. Queste includono detrazioni per spese educative, come rette scolastiche o universitarie, spese mediche e di assistenza specifica per figli disabili. Inoltre, determinati bonus, come il bonus asilo nido, sono mirati a sostenere ulteriormente le famiglie nel loro impegno educativo e assistenziale verso i figli.

Concludendo, le detrazioni figli a carico offrono un sostegno concreto ai genitori che si trovano a dover gestire le spese per il mantenimento dei figli non conviventi. Mantenersi aggiornati sulle normative fiscali e consultare regolarmente le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate è essenziale per massimizzare le agevolazioni fiscali disponibili e garantire una gestione ottimale del nucleo familiare.

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