Qualifica IAP: come si fa a conseguirla?

Per il codice civile, ai sensi dell’art. 2135, come modificato dal D.Lgs 228/2001, è un imprenditore agricolo che svolge una o più delle seguenti attività: coltura di fondi, silvicoltura, allevamento ed attività finalizzate alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione del territorio e per farlo in modo professionale occorre una qualifica IAP.

Focus sulla qualifica IAP

Il settore può essere una buona prospettiva per molti giovani poiché ci sono vaste aree d’Italia non ancora sfruttate e per le quali sono disponibili molti finanziamenti pubblici e privati.

Per diventare un imprenditore agricolo serve un’idea di base. Oggi le possibilità sono tante e non ci sono più solo i tradizionali coltivatori della terra. Si possono pensare soluzioni innovative che vanno dalla specializzazione di un settore alle convenzioni con le scuole per educare all’agricoltura ed all’ambiente, ad esempio.

Sono in vigore incentivi per incoraggiare gli investimenti nel settore primario e per aumentare lo sviluppo dell’imprenditoria agricola, a livello nazionale ed anche europeo. Esistono infatti canali agevolati per giovani agricoltori con età compresa tra 18 e 39 anni che subentrano ad imprese familiari entro il terzo grado di parentela.

Imprenditore agricolo con qualifica IAP

La figura dell’imprenditore agricolo esclusivo ha subito delle modifiche negli anni, finché la Comunità Europea non ha deciso di eliminarne del tutto la figura e che:

“possono godere delle sovvenzioni comunitarie solo coloro che, avendo una competenza professionale adeguata (per titolo di studio o per esperienza), sono titolari di un’azienda che dimostri redditività, cioè di un’azienda vitale e capace di produrre reddito”.

In altre parole, ciò che le norme europee chiedono all’imprenditore agricolo al fine di ricevere agevolazioni e altri sostegni inanziari, non è più una particolare quantità di lavoro o una particolare quantità di reddito agricolo come accadeva ante 2001, ma riguarda la dedizione all’azienda agricola tale da renderla capace di produrre utili.

Quindi, per l’Europa, l’efficienza di un’azienda agricola si misura solo sulla capacità di rimanere nel mercato.

L’imprenditore agricolo professionale è un soggetto, agricoltore, che è in possesso di conoscenze e competenze professionali specifiche, cioè quelle competenze richieste dalla normativa comunitaria.

Tuttavia, l’Italia non ha abbandonato il doppio riferimento al lavoro e al reddito, perché pretende che l’agricoltore, per essere possessore di qualifica IAP, dedichi alle attività agricole almeno il 50% del suo tempo di lavoro complessivo e ricavi da esse almeno il 50% del proprio reddito globale di lavoro, oppure un lavoro e un reddito pari al 25% qualora operi nelle zone svantaggiate.

Differenze tra IAP e coltivatore diretto

Sapere come diventare imprenditore agricolo professionista non basta, poiché un’altr figura molto simile è il coltivatore diretto.

A differenza dell’imprenditore agricolo professionista possessore di qualifica IAP, il coltivatore diretto è un piccolo imprenditore, destinatario di tutte le disposizioni di favore che le leggi riconoscono a tutti i piccoli imprenditori.

Tra queste poche disposizioni, la più importante è quella del diritto di prelazione.

Il diritto di prelazione, secondo la legge italiana, è quel diritto in capo ad un medesimo soggetto ad essere preferito, rispetto ad un altro a parità di condizioni, nella costituzione di un negozio giuridico. La prelazione può essere volontaria, oppure legale.

Requisiti

La normativa a riguardo stabilisce che la qualifica IAP di imprenditore agricolo può essere richiesta solo:

  • Dai possessori di know how sia teorico che pratico sulla professione e vengono considerati anche fattori come titoli di studio di stampo agrario o altri titoli ottenuti tramite enti accreditati.
  • Da chi dedica all’attività agricola almeno il 50% del proprio tempo lavorativo
  • Da chi ricava dall’attività agricola il 50% (minimo) dei propri introiti

Fanno eccezione le aziende agricole situate in zone geografiche svantaggiate, per le quali i requisiti per ottenere la qualifica IAP si riducono del 25%

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